Omar Hassan nato a Milano nel 1987, artista italo-egiziano, è cresciuto nella fusione di due culture diverse, che lo hanno reso curioso ed aperto al mondo. Fin da bambino, ha manifestato una passione innata per l'arte, il muro di casa sua è stato la sua prima tela, dove il giovanissimo Omar ha lasciato fluire la sua immaginazione senza limiti. Questa precoce inclinazione lo ha successivamente portato ad approfondire e affinare la sua tecnica pittorica, fino al diploma all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove ha studiato pittura con Alberto Garutti, noto esponente dell'arte contemporanea italiana. L'influenza concettuale che ha contagiato l'artista durante gli studi all'Accademia di Brera ha plasmato la sua arte nella gestazione di ogni progetto: l'energia, l’ispirazione e il concetto sono alla base di ogni gesto artistico. Il risultato di questo processo è che le opere devono sempre essere caratterizzate da un'autonomia estetica e dall'inconscio dell'artista che si produce naturalmente durante l'esecuzione. Hassan è "ossessionato" e affascinato dall'action painting di grandi maestri come Fontana, Pollock e Manzoni, e utilizza questa tecnica come punto di partenza per la sua ricerca, per raccogliere e raccontare un'intera filosofia, un'intera cultura o un nuovo concetto.
È lo spray, il primo vero soffio di bomboletta, che abbraccia l'intera cultura della street art, a dare vita alla serie intitolata Injiections (tra le opere più famose la copertina del numero 256 de La Lettura, l'inserto culturale settimanale di il quotidiano italiano Il Corriere della Sera) e la serie Lights, in cui l'artista è riuscito a rendere opera il concetto di “luce”, su su tela. Omar ha utilizzato questo approccio anche nei suoi dialoghi tra pittura e scultura alla 54a Biennale di Venezia, nella mostra istituzionale alla Chiesetta della Misericordia. Le sculture si mimetizzavano con i dipinti, ma anche con lo spazio, perché l'artista ama lavorare e creare opere site-specific, mescolandole e rispettando l'essenza originaria dello spazio. "Breaking Through" è un'altra serie di action painting, che simboleggia in un unico gesto il significato del dipingere attraverso la boxe: "Non sto dando un pugno per distruggere, sto creando".
In questa serie, la nobile arte della boxe è celebrata con 121 tele di grandi dimensioni (in versione a fondo bianco e a fondo nero). Sono tutti pezzi unici, rappresentanti i 121 round combattuti dall'artista durante la sua carriera da pugile. L'artista ha voluto sottolineare l'aspetto concettuale di questo sport: "la boxe è la metafora della vita per eccellenza". Tutti i gesti pittorici di Hassan sono segnati dal tempo, una costante a lui molto cara. Vi comprende tutte le sue opere, prevalentemente nella serie "Time Line", presentata per la prima volta alla Villa Reale di Monza, dove le tele rappresentano il "muro di lavoro" dello studio di Hassan, parete che da tempo riveste anni con tele, come un arazzo. Li contrassegna con la data di quando vengono rimossi una volta completati. Uno dei lavori si intitola “Dal 3/5/2016 al 3/5/2018, due anni di lavoro in studio”. L’obiettivo è tracciare il tempo per dare importanza a ciò che sta alla base di tutto.